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Come calcolare le tasse della tua partita IVA

calcolare le tasse della partita IVA

Una delle difficoltà della partita IVA è calcolare in anticipo quante tasse dovrai pagare. Infatti, sai che ciò che incassi dai tuoi clienti non puoi spenderlo tutto, come se fosse uno stipendio, ma non sai esattamente quanto puoi spendere. E questo genera sia difficoltà pratiche che, magari un po’ di ansia.

A volte, quando si apre partita IVA non è subito chiaro quanto bisognerà mettere da parte, ma se non ci pensi per tempo, alla fine saranno guai. Se vuoi approfondire perché è importante accantonare imposte e contributi, puoi leggere la storia di Cicala e Formica, e scoprire perché Formica alla fine ha sempre ragione.

In questo articolo ti spiego come puoi calcolare le tasse a seconda del tuo regime fiscale: regime forfettario, regime dei minimi, o regime Irpef della contabilità semplificata.

Calcolare le tasse del regime forfettario

Se hai la partita IVA in regime forfettario, calcolare le tasse è abbastanza semplice perché l’unica variabile che influenza quanto pagherai sono i tuoi incassi. Puoi quindi individuare facilmente quanto accantonare per ogni euro che incassi.

Facciamo un esempio: se fai attività di consulenza e sei nei primi 5 anni di attività, i dati che ti servono per calcolare quanto accantonare sono:

  • la percentuale forfettaria da applicare ai tuoi incassi per calcolare il reddito: 78%
  • l’aliquota della gestione separata INPS da applicare al reddito: 25,72%
  • l’aliquota dell’imposta sostitutiva da applicare al reddito: 5%

Imposte e contributi da pagare saranno quindi pari a: 25,72% + 5% = 30,72% del reddito.

A sua volta, il reddito è pari al 78% degli incassi. Quindi, imposte e contributi saranno pari a: 30,72% x 78% = circa il 24% degli incassi.

Quindi, per ogni 100 euro che incassi dovrai mettere da parte circa 24 euro. Questo significa che se incassi 10.000 euro la commercialista ti manderà un modello F24 da 2.400 euro? Non proprio.

Ci sono alcuni elementi che complicano un pochino le cose. Ad esempio, il sistema di acconti e saldi e il fatto che i contributi INPS che paghi quest’anno ridurranno in parte le imposte l’anno prossimo. Puoi però utilizzare questo sistema per farti una idea generale di quanto mettere da parte.

Se vuoi un metodo preciso, che tenga conto anche di queste variabili, puoi utilizzare il file excel che ricevi gratuitamente iscrivendoti alla mia newsletter.

Puoi anche utilizzare le formule che ti ho indicato in questo articolo per calcolare la percentuale da accantonare nel tuo caso specifico, sostituendo i dati che non si adattano alla tua partita IVA. Quindi:

  • se, in base al tuo codice ATECO, hai una diversa percentuale del regime forfettario, puoi sostituire il 78% con la tua percentuale
  • se non hai la gestione separata INPS, puoi sostituire il 25,72% con l’aliquota della tua gestione previdenziale
  • se hai la partita IVA da più di 5 anni, puoi sostituire l’aliquota del 5% con quella del 15%

Calcolare le tasse del regime dei minimi

Per il regime dei minimi il ragionamento è simile a quello del regime forfettario, quello che cambia è il modo di calcolare il reddito. Infatti, non puoi semplicemente applicare una percentuale forfettaria ai tuoi incassi, ma devi conteggiare i costi effettivi che hai sostenuto.

Quindi, i passaggi da seguire sono:

  1. calcola il tuo reddito come differenza di incassi e pagamenti
  2. moltiplica il reddito per le aliquote dell’INPS e dell’imposta sostitutiva per sapere quanto dovrai pagare di tasse

Nel caso di una nuova partita IVA con gestione separata, dovrai moltiplicare il tuo reddito per 30,72%.

Come nel caso del regime forfettario, il sistema di acconti e saldi e la deducibilità dei contributi INPS complicano un po’ le cose.

Con il file excel che ricevi iscrivendoti alla mia newsletter, puoi calcolare in anticipo imposte e contributi che dovrai versare tenendo conto di tutte queste variabili.

Calcolare le tasse di una contabilità semplificata

Con la contabilità semplificata il sistema è un po’ più complesso, perché non solo devi calcolare il reddito in modo analitico, come nel caso del regime dei minimi, ma devi anche stimare l’Irpef e le addizionali. Per farlo non è sufficiente applicare una percentuale al reddito, perché entrano in gioco molti elementi diversi:

  • le aliquote per scaglioni
  • deduzioni e detrazioni
  • eventuali altri redditi

Per questo motivo, è difficile individuare un metodo di pochi passaggi che vada bene per tutti. Diciamo che, se sei un freelance o hai comunque una bassa incidenza delle spese, accantonare il 50% di quello che incassi può essere un buon punto di partenza per non rischiare di rimanere a secco.

Ti consiglio di chiedere alla tua commercialista di farti un prospetto personalizzato di stima di imposte e contributi, che potrete aggiornare insieme nel corso dell’anno.

GIULIA RONCORONI

Sono Giulia Roncoroni e il mio lavoro è accompagnarti nel lancio e nello sviluppo della tua idea di business.
Il mio obiettivo è far sì che le preoccupazioni e le difficoltà della partita Iva abbiano il più piccolo impatto possibile sulla tua quotidianità.
Così che tu possa usare il tuo tempo e le tue energie per sviluppare le tue idee e le tue creazioni, fare felici i tuoi clienti e, perché no, vivere la tua vita!

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